Una Donna per Amico (Brian Ward) – Foto e Fotografie che hanno fatto la storia

UNA DONNA PER AMICO (Brian Ward)

Quando lo storytelling si intreccia tra diverse forme d’arte

 

Anche in questa puntata rimaniamo – si fa per dire – in territorio italiano dopo il caso “Chi mi ama mi segua” uscito sull’ultimo numero Speciale di Natale.
Tutto ha inizio quando, ritrovandomi ad ascoltare un brano di Lucio Battisti tratto dall’album “Una donna per amico”, mi tornò in mente la copertina dell’omonimo Album. Eh si, perché un tempo gli Album avevano dei contenitori all’interno dei quali si trovavano dischi di plastica.
Sarcasmo a parte, concedetemi una digressione sul significato di un Album Discografico. Non è fuori tema, anzi, perfettamente collegato con il concetto di Storytelling di cui si fa un gran parlare nel mondo della fotografia (di cui sono state dette e si dicono immense castronerie .ndr).

 

Foto Album Una Donna per Amico di Battisti (Foto Bryan Ward)

 

Un Album Discografico (Concept Album) è una raccolta in cui tutte le canzoni contribuiscono a dare un significato nel loro insieme, spesso ruotando attorno a un unico tema o sviluppando una storia che può essere strumentale, compositiva o lirica. Cosa, che non sempre accade nella fotografia.

Diverse sono le teorie della nascita del Concept Album: alcuni lo attribuiscono a Frank Sinatra nel 1946, altri ai Beatles con “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” (1967) oppure (un caso tutto italiano) a “Diario di una sedicenne”, inciso da Donatella Moretti nel 1964.

Fatta questa digressione storica, è importante sottolineare come per un artista sia fondamentale la necessità di dare un senso ed un tema centrale ad una raccolta di opere, sia che si parli di musica o di altra forma espressiva. Questo principio è quindi valido anche quando parliamo di fotografia, sia che si parli di un set fotografico intero, sia che si parli di una raccolta, di un libro o di una mostra espositiva.

 

E qui arriviamo al tema centrale:

“Dare un senso espositivo ed un armonico ad un’opera omnia”

Per suffragare questa idea, eccoci tornare all’Album “Una Donna per Amico” di Lucio Battisti: cover che non si risolve in una singola classica foto frontale, ma di un fronte, un retro e un interno (l’album in Vinile originale di Lucio Battisti si apriva come un libro al cui interno – gatefold – si trovava un’altra immagine a doppia facciata).
Ad essere onesti, ci sono pochissime informazioni in merito alla realizzazione del set fotografico. L’unica certezza è che l’autore delle foto è stato Brian Ward, che per i molti non dice nulla, ma che fu artefice di alcune copertine di David Bowie, tra cui “The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Man” in quel iconico vicolo londinese in cui il Duca Bianco trovò il suo alter ego.
Insomma, se non lo avete capito, una pietra miliare nel mondo della musica e della fotografia.
Altre informazioni (e qui la mia affermazione introduttiva “si fa per dire – in territorio italiano”) ci dicono che quell’Album venne realizzato totalmente nel Regno Unito con il produttore inglese Geoff Westley. Venne infatti registrato nel castello di Manor, nell’Oxfordshire, e tra gli strumentisti spiccano personaggi quali Gerry Conway, batterista di Cat Stevens e successivamente drummer dei Jethro Tull, e Laurence Juber, membro degli Wings di Paul McCartney.
Le medesime foto che compongono la copertina – che per altro è l’ultima copertina in cui Lucio compare di persona – mostra il cantante seduto ad un bar con una donna di cui non si conosce il nome al tavolino di un caffè londinese.

 

Album Battisti Una Donna per Amico - Foto di Bryan Ward

 

La semplicità di contenuti, la totale normalità di scene di vita possono apparire quasi banali, scontate, ma proprio per questo straordinarie: innescano una connessione quasi perfetta con la musica e le parole dell’omonimo Album.
Foto che diventano iconiche, in armonia con l’intero album “Una Donna per Amico”.

Certo, bisogna conoscere e ascoltare le musiche e le parole di questo Album per coglierne il nesso, ma siamo sicuri che il tutto non sia stato realizzato casualmente, ma minuziosamente pensato nel mood e nello storytelling.

Un uomo e una donna, seduti ad un tavolino,
che parlano di loro, tra loro, del loro rapporto, delle loro paure, dei loro sogni, dei loro problemi, come una coppia “non-coppia” che si confronta e vive assieme una relazione (o considerata tale, forse nella sua nascita o forse verso la sua fine).

Con questa ultima presenza di Lucio sulle proprie copertine, le foto di Brian Ward propongono una netta e rivoluzionaria svolta dialettica. Fino ad allora molte copertine dei precedenti album di Battisti vennero realizzate da Cesare “Caesar” Monti, geniale fotografo al quale si devono molte delle più belle cover per lavori di artisti italiani degli anni ’70 e ’80, ma che avevano un linguaggio più schietto, diretto, statico, incisivo.

 

Con Brian cambia tutto, cambia il paradigma. Immagini di una attualità sconvolgente, che potrebbero essere state realizzate due settimane fa, in quel fremente desiderio di cogliere quel vociare tra i due, quell’istante fermato tra un uomo e una Donna per amico.
Taglio voyeuristico, rubato ma in un divenire di gesti, sguardi, posture, quasi a “cantare” passi dei brani che sicuramente Brian non ha ascoltato (o forse si).
Una naturale estensione delle canzoni firmate Mogol traslate su pellicola.
Per chi conosce queste canzoni, le parole sembrano quasi uscire dalle immagini di Brian.
Sfumature, dettagli pittorici, approccio prettamente nord europeo dei giorni d’oggi.. peccato che queste foto siano state scattate 44 anni fa.
E’ tutto un fluire di eventi e di situazioni, un fil rouge di casualità, normalità, dalle parole, alla musica, alle foto.

E’ uno straordinario STORYTELLING, che altro dire?

 

Alcune Curiosità

 

Curiosità 1 – La canzone Una Donna per amico (versione LP) è preceduta da una sorta di registrazione casalinga: infatti si sentono le voci di un bambino e di una donna, mentre Battisti sussurra la melodia suonando la chitarra.
Il produttore Geoff Westley smentì le voci errate che giravano al riguardo
«La intro fu registrata a The Manor. Venne l’idea di inserire questa introduzione perché nel tardo pomeriggio, quando il personale del Manor cominciava a preparare la cena, aprendo la porta dello studio si sentivano i rumori che venivano dalla finestra della cucina, con le ragazze che preparavano da mangiare con i loro piccoli bambini. Piacque l’idea di un mood familiare, quotidiano, tanto che decisero di mettere un microfono davanti alla finestra della cucina, mentre Lucio in studio suonava la chitarra e sussurrava la melodia della canzone».

 

Curiosità 2 – Il testo, scritto da Mogol è dedicato a una sua amica di nome Adriana la cui amicizia si basava su scambio di confidenze e consolazione reciproca, comunque gelosi l’uno dell’altro
Ti sei innamorata di chi?
Troppo docile, non fa per te.
Lo so divento antipatico
ma è sempre meglio che ipocrita”.

 

Curiosità 3 – Il nome del bar è visibile sulla tenda da sole che compare sul retrocopertina.
Nella parte interna del gatefold è invece possibile vedere meglio la vetrina, dalle scritte sulla quale è evidente che si tratta di un locale inglese.

 

Curiosità 4 – “Ciao 2001″, in occasione dell’uscita dell’LP, pubblicherà l’ultima foto di una copertina di Lucio Battisti in cui appare la sua immagine. Da quel momento in poi, nessuna nuova foto ufficiale dell’artista venne pubblicata.

 

Curiosità 5 – Nella foto presente nel Gatefold alle spalle della coppia, compare un misterioso personaggio, forse un passante, che si riflette parzialmente nella parete a specchio. Non fu mai rimossa… perché parte di Vita e Casualità.
Inoltre appaiono sul tavolino 4 tazzine da caffé: i due avranno bevuto due espressi a testa, forse perché i due si sono intrattenuti in una lunga conversazione? O semplicemente il produttore Geoff Westley e il fotografo Brian Ward erano seduti al tavolo con loro prima di decidere quegli scatti fugaci?
Sono dell’opinione sia più probabile la seconda ipotesi, del resto quella sedia sulla destra è quel che rimane del gruppetto originale, spostata e abbandonata lì, casualmente.

 

Luca De Nardo

 

(Articolo pubblicato sul numero 7 di “ART & GLAMOUR Magazine“)