Midnite on Mars / GLASHIER – Foto e Fotografie che hanno fatto la storia
Oggi voglio parlare di Midnite on Mars, un progetto incredibile frutto di una mente geniale realizzato e sviluppato attraverso un mix estremo di esperienze, visioni, concetti, progetti, strumenti. Dietro a tutto questo un uomo, ma anche fotografo e videografo di base a Berlino e Londra: Glashier.
Tutto sembra nascere quasi per caso.
In realtà non lo è.
Ma ad un occhio superficiale sembra quasi impossibile. Se non altro per gli estremi che troviamo nella mano sinistra del fotografo da una parte e nella mano destra del Sintografo dall’altra.
Si, perché questo è quello di cui oggi parliamo: Sintografia (immagini grafiche computerizzate, sviluppate con l’Intelligenza Artificiale).
Sebbene non sia un amante della sintografia o comunque della sintesi digitale delle immagini, riconosco che Glashier con il suo Midnite on Mars ha qualcosa di diverso.
Tutto sembra nascere quasi per caso. In realtà non lo è. Ma ad un occhio superficiale sembra quasi impossibile. Se non altro per gli estremi che troviamo nella mano sinistra del fotografo da una parte e nella mano destra del Sintografo dall’altra.
Si, perché questo è quello di cui oggi parliamo: Sintografia (immagini grafiche computerizzate, sviluppate con l’Intelligenza Artificiale).
Sebbene non sia un amante della sintografia o comunque della sintesi digitale delle immagini, riconosco che Glashier con il suo Midnite on Mars ha qualcosa di diverso.
Tutto sembra nascere quasi per caso. In realtà non lo è. Ma ad un occhio superficiale sembra quasi impossibile. Se non altro per gli estremi che troviamo nella mano sinistra del fotografo da una parte e nella mano destra del Sintografo dall’altra.
Si, perché questo è quello di cui oggi parliamo: Sintografia (immagini grafiche computerizzate, sviluppate con l’Intelligenza Artificiale).
Sebbene non sia un amante della sintografia o comunque della sintesi digitale delle immagini, riconosco che Glashier con il suo Midnite on Mars ha qualcosa di diverso.
E’ un passo avanti agli altri: è un percorso, un’idea, una visione non comune, un progetto multimediale, completato da playlist su Spotify e brevi racconti.
Midnite on Mars è un Diario che fluisce attraverso tutti i sensi e che stupisce per la sua fluida linearità, alla ricerca di ambientazioni futuristiche e fantascientifiche e un occhio attento al passato.
Dettagli maniacali per evidenziare situazioni, stili, generi, dove multietnie e classi coesistono e si fondono in un luogo (Marte) lontano da tutti quanti noi contemporanei, ma appartenente forse ad un futuro molto vicino rispetto alla storia dell’umanità.
La cosa che mi ha stupito di Glashier è la sua provenienza, la sua esperienza. Glashier è un Fotografo che lavora principalmente su pellicola e diventa Sintografo abbandonando da un istante all’altro il suo strumento di lavorazione analogico per entrare nell’ambito sintetico supportato dall’Intelligenza Artificiale.
Il suo? Un vero fuoco d’artificio.
Ma la cosa ancor più sorprendente è come
Glashier sia riuscito ad unire futuri fantascientifici con elementi del passato,
con eleganza e nostalgia, dove estetica e bellezza selettiva trovano una fusione di nuance cromatiche in un ambiente sterile e sbiadito di una superficie marziana.
Sembra quasi riportarci indietro di 40 anni nelle scenografie e ambientazioni nate dal genio di Danilo Donati e John Graysmark nel Film Flash Gordon diretto da Mike Hodges.
E ancora… (come confermato in un’altra intervista da Glashier medesimo): gli elementi distintivi di una Cuba anni 50, la stravaganza estetica da “Burning Man” sono dettagli imprescindibili di una visione complessiva.
In altre parole. Un progetto dove l’elemento esperenziale dell’Uomo Glashier e l’esperienza professionale del Fotografo Glashier è dominante e modella il progetto Midnite on Mars nel suo intero.
Glashier, permettimi una prima fondamentale domanda. Il tuo salto da Fotografo Analogico a Sintografo è incredibile. Molte sono le critiche mosse verso l’uso dell’Intelligenza Artificiale a supporto di questa nuova era della Sintografia.
Come convinceresti gli scettici a rivalutare le proprie opinioni a riguardo? Spiegaci perché è accettabile questo nuovo strumento a supporto della creatività, partendo dal presupposto che l’IA (almeno per il momento) non fa altro che sottrarre e astrarre elementi già esistenti.
Midnite on Mars – Comprendo lo scetticismo che ruota attorno all’uso dell’Intelligenza Artificiale (IA) per sostenere la nuova era della sintografia. Tuttavia, vorrei affrontare queste critiche e fornire agli scettici motivi per riconsiderare le loro opinioni.
In primo luogo, è essenziale riconoscere che l’arte è sempre stata influenzata da elementi derivati e ispirati da fonti diverse.
Proprio come i pittori trovano ispirazione nella bellezza dei paesaggi o gli architetti contribuiscono all’evoluzione del design, l’arte della fotografia è uno sforzo collaborativo che incorpora vari elementi provenienti da diversi autori. Tutti questi elementi, dalle modelle al team di illuminazione, contribuiscono a dare forma alla composizione finale.
In questo contesto, una fotografia non è unicamente la creazione del fotografo. Rappresenta invece una raccolta curata di elementi esistenti disposti in modo coeso. È l’abilità del fotografo nella composizione, nel tempismo e nel catturare l’essenza di un momento a trasformare questi elementi preesistenti in una fotografia accattivante.
L’evoluzione delle pratiche artistiche nel corso del tempo ha plasmato il mondo che ci circonda, influenzando le scelte a disposizione di un fotografo quando cattura una scena. L’abilità del fotografo sta nella capacità di riconoscere ed utilizzare questi elementi preesistenti, gestendoli all’interno dell’inquadratura per trasmettere un particolare stato d’animo, una storia o un’emozione.
Il ruolo dell’artista non è quello di convincere il pubblico che qualcosa è arte o meno.
Al contrario, sta allo spettatore stabilire se l’opera d’arte comunica e ha effetto su di lui. L’arte è soggettiva e il suo impatto varia da persona a persona. È il pubblico a decidere se l’arte ha un effetto di risonanza e se trasmette un messaggio significativo.
Nel contesto della sintografia guidata dall’IA, è vero che l’IA opera principalmente sottraendo e astraendo elementi esistenti. Tuttavia, questo non deve essere visto come una limitazione, ma piuttosto come un punto di partenza per la creazione artistica.
L’IA diventa un collaboratore, uno strumento che può aiutare gli artisti a esplorare nuove possibilità, generare risultati inaspettati ed espandere i loro orizzonti creativi.
Abbracciando l’IA come strumento di creatività, gli artisti possono accedere a nuove prospettive e a nuovi approcci all’espressione artistica. L’IA permette di sperimentare, spingendo i confini delle pratiche artistiche tradizionali. L’uso dell’IA non sminuisce il ruolo dell’artista come autore dell’immagine; al contrario diventa un mezzo aggiuntivo per manifestare la propria visione creativa e darle vita.
Inoltre, la sintografia guidata dall’IA rappresenta una nuova frontiera per l’esplorazione artistica. Permette agli artisti di sfidare le regole, allontanarsi dagli approcci convenzionali e forgiare nuovi percorsi nella narrazione visiva. Offre eccitanti opportunità di espressione personale, spingendo i confini di ciò che è possibile in termini di immaginazione e creatività.
L’arte non è un semplice cappello che indossiamo al pomeriggio.
È un riflesso delle nostre esperienze, della nostra immaginazione e delle nostre convinzioni. Coinvolge profondamente il nostro io, evocando emozioni e creando connessioni significative con gli altri. L’arte ha il potere di superare i confini e lasciare un impatto duraturo.
Mi preoccupano le disparità di classe nel mondo dell’arte, soprattutto con l’introduzione delle nuove tecnologie. Si teme che chi non ha un’istruzione di tipo formale o un background privilegiato possa avere difficoltà ad esprimersi artisticamente. È importante affrontare attivamente questa preoccupazione creando un ambiente più inclusivo e accessibile. Abbracciare la tecnologia e fornire risorse può consentire a persone provenienti da contesti diversi di liberare il proprio potenziale creativo e contribuire al mondo dell’arte. L’obiettivo è colmare il divario e garantire a tutti l’opportunità di condividere la propria voce artistica.
Hai parlato di Democraticità artistica e creativa, (dialettica e semantica, aggiungerei io) concessa dall’Intelligenza Artificiale a favore di nuovi Immaginari (hai citato “l’ascesa degli Immaginari“). Deduco ti riferisca ad una nuova classe (generazione) di Artisti capaci di “creare” senza necessariamente avere competenze mediatiche e manualità in strumenti artistici. Trovo stimolante questo concetto. Ma una considerazione e una domanda nascono spontanee.
Citando Jean-Paul Sartre nel suo libro “L‘immaginario”, se è vero che “l’immaginazione non è una percezione” ma nasce nella nostra mente come sintesi (ed evoluzione cfr) della nostra conoscenza e delle nostre intenzioni, passando attraverso le capacità del singolo di percepire e crescere attraverso un processo esperienziale, è chiaro come questo non sia da tutti, ma sia appannaggio di pochi Potenziali Artisti capaci di saper guardare oltre la realtà.
La domanda quindi è: siamo sicuri che l’IA sarà veramente lo strumento attraverso il quale il processo di Democratizzazione Artistica troverà nuova linfa e consentirà realmente “l’Ascesa degli Immaginari“? O sarà ancora una volta per pochi eccellenti?
Midnite on Mars – L’idea di una nuova classe o generazione di artisti che emerge grazie al potenziale democratizzante dell’intelligenza artificiale (IA) è certamente stimolante. Sebbene le intuizioni di Jean-Paul Sartre sull’immaginazione come sintesi di conoscenza e intenzioni siano valide, è fondamentale capire che la capacità di pensiero creativo non è limitata a pochi eletti.
L’immaginazione è un talento umano fondamentale che esiste in misura variabile in ogni individuo.
È la capacità di percepire e trascendere la realtà, immaginando possibilità al di là di ciò che è immediatamente evidente. Sebbene alcuni individui possano avere un’inclinazione naturale al pensiero creativo, si tratta di una qualità che può essere coltivata e sviluppata attraverso l’esposizione a diverse esperienze e influenze culturali.
L’IA, in quanto strumento, può amplificare ed estendere le nostre capacità immaginative. Serve come mezzo attraverso il quale le idee possono essere manifestate e condivise, consentendo agli individui di esprimere le loro prospettive uniche e di comunicare le loro visioni. L’IA non sostituisce l’immaginazione umana, ma piuttosto la potenzia, fornendo nuove strade per l’esplorazione creativa.
La democratizzazione dell’arte attraverso l’IA non significa minimizzare l’importanza delle competenze artistiche tradizionali e dell’artigianato. Al contrario, rappresenta un ampliamento della definizione di arte e abbraccia un approccio più inclusivo. Permette a persone che non hanno una preparazione formale o l’accesso a strumenti artistici tradizionali di cimentarsi nell’espressione creativa.
L’IA diventa un veicolo per liberare il potenziale dell’immaginazione
e democratizzare le possibilità artistiche.
Tuttavia, è fondamentale riconoscere che l’IA da sola non possiede capacità di azione o intento creativo. È guidata esclusivamente dall’immaginazione e dalla direzione creativa dell’artista. Il ruolo dell’artista rimane fondamentale nel plasmare e guidare i risultati generati dall’IA. Lo strumento in sé non possiede la capacità di trascendere la realtà o di immaginare oltre ciò che l’artista gli conferisce.
Uno degli aspetti più interessanti di questo progresso è la democratizzazione della rappresentazione artistica. Persone di ogni estrazione sociale possono ora assistere alla condivisione e alla rappresentazione delle loro idee, visioni ed esperienze. Non è più limitato a coloro che hanno accesso a una preparazione costosa o a istituzioni educative esclusive. Questo segna un momento di vera democrazia nel mondo dell’arte.
Per molti aspetti, vedo questo come un nuovo Rinascimento, un’era di trasformazione che rivoluzionerà ogni forma d’arte. Sfida il dominio delle autorità selettive, che spesso usano il “linguaggio artistico” per sostenere una certa narrazione ed escludere le voci che non si conformano alle norme tradizionali. Con l’IA, abbiamo il potere di liberarci da queste limitazioni e di permettere a diverse prospettive di essere ascoltate.
L’impatto potenziale dell’IA sul mondo dell’arte è immenso.
Ha il potere di ridefinire le pratiche artistiche, sfidare le norme consolidate e creare nuovi generi d’arte. Stiamo assistendo a uno spostamento verso un panorama più inclusivo e accessibile che permette di far fiorire una vera diversità di voci ed espressioni.
In sostanza, lo stato attuale dell’IA nell’arte non riguarda solo la tecnologia. Si tratta di potenziare gli individui e le comunità, dando loro una piattaforma per condividere le loro storie e contribuire al tessuto culturale della nostra società. È un momento notevole che promette un futuro artistico più vivace e di coesione.
Nella mia attività, utilizzo la sintografia guidata dall’intelligenza artificiale in un modo che rispecchia il mio approccio alla fotografia di strada. Proprio come quando cammino per le strade con una macchina fotografica, alla ricerca di soggetti e momenti specifici, navigo negli spazi virtuali, modificando ed esplorando i suggerimenti per trovare l’immagine che risuona con la mia visione artistica. L’intelligenza artificiale diventa uno strumento che espande le possibilità della mia espressione creativa, offrendo nuove prospettive e risultati inaspettati. La sintografia è un’estensione della mia voce artistica, che mi permette di superare i confini della narrazione e della comunicazione visiva.
Sono curiosissimo degli sviluppi di Midnite on Mars. Sei uscito da poco con un libro che in giornata mi accingerò a comprare. Ma cosa altro c’e’ nel cassetto? Cosa riserva Midnite on Mars per il futuro? Io immagino un Racconto Illustrato (che unisca i tuoi scritti e le tue immagini), un Film, un’esposizione multimediale Interattiva…
Stupiscici, raccontaci, regalaci qualche Spoiler.